Buona sera cari lettori e
care lettrici, questa settimana alcune di voi mi hanno scritto
chiedendomi alcune informazioni sul modo più corretto, secondo il galateo, di
formulare un invito a nozze.
E quindi, per loro e per voi, stasera vi parlerò di questo
argomento!
Innanzitutto vi consiglio di porre particolare attenzione al
vostro invito, perché rappresenta il biglietto da visita di tutto l’evento, e
ad un occhio esperto e accorto, può fornire molte informazioni circa lo stile
del matrimonio stesso. Alcuni esempi? Un invito su carta d’Amalfi, scritto a
mano, possibilmente con inchiostro color seppia, indica un evento particolarmente
elegante, raffinato, formale e sobrio, mentre un invito realizzato con
materiali particolari, ricercati e magari anche riciclati, da l’idea di un
ricevimento moderno, trendy e alla moda, per finire se la vostra scelta ricade
su un packaging particolarmente colorato, magari con disegni spiritosi, origami
o caricature, l’idea che darete sarà di una cerimonia giovane, allegra ed
informale.
Passiamo ora ad aspetti più pratici. Forse non tutti sanno
che invito e partecipazione sono due cose diverse, infatti, il vostro evento si
divide in due momenti fondamentali:
·
il rito, civile o religioso,
·
il ricevimento.
Anche se secondo il galateo sarebbe opportuno evitare
distinzioni tra gli invitati, alcuni sposi preferiscono non invitare al
ricevimento tutti coloro che partecipano al rito nunziale. Generalmente quindi,
a chi si vuole invitare solo alla cerimonia, si consegna la sola
partecipazione, mentre l’invito è destinato ai partecipanti al banchetto.
Sulla partecipazione è contenuto l’annuncio di matrimonio, e
ovviamente luogo e orario in cui si svolgerà la funzione. L’annuncio può essere
fatto dai genitori, nel caso in cui questi ultimi non siano separati o vedovi,
oppure, dagli stessi sposi, specialmente nel caso in cui essi stessi non vivano
più con la famiglia.
L’invito invece contiene tutte le informazioni circa il
ricevimento nunziale, compreso l’eventuale dress code (che io consiglio sempre
di aggiungere!). E’ opportuno inoltre, inserire in calce la richiesta di
adesione (di seguito vi propongo alcune possibili formule), in questo modo gli invitati saranno indotti a comunicare la loro presenza, o meno,
e voi avrete il numero esatto da divulgare alla vostra wedding planner:
·
si prega dare cortese cenno di adesione,
·
è gradita gentile conferma,
·
R.S.V.P., (repondez s'il vous plait) cioè:
rispondere per favore,
·
E' gradito cenno di adesione,
·
S.P.R. (si prega rispondere).
Nel caso in cui invece non abbiate fatto distinzioni tra i
vostri invitati, allora potrete optare per un unico invito comprensivo di
partecipazione.
In qualunque caso però, se possibile, è preferibile che sia
invito che partecipazione vengano consegnati a mano, dagli sposi o dai genitori
(se l’annuncio è stato effettuato da loro). Infine non dimenticate che le buste
vanno compilate rigorosamente a mano, magari da un calligrafo, ed in
particolare l'indirizzo, che va riportato in basso a destra su tre righe, deve
comprendere nome e cognome senza titoli od onorificenze (tranne se l’invito non
è rivolto a membri dell’Arma e del Clero) via e numero civico, il codice di
avviamento postale, la città e la sigla della provincia tra parentesi.
Ultimo importante suggerimento: non dimenticate, dopo il
matrimoni, di inviare dei biglietti di
ringraziamento ai parenti e agli amici che abbiano fatto un regalo agli sposi.
Questa pratica, quanto mai cortese, è purtroppo, caduta in disuso. Il biglietto
va scritto a mano e personalizzato. Mai frasi generiche del tipo: “Anna e Paolo
ringraziano per il regalo”. Va assolutamente specificato il regalo che si è
ricevuto e il gradimento, accompagnando il tutto con una frase carina creata ad
hoc per l’invitato che la riceve. Se il regalo è in denaro, è consigliabile
accennare all’utilizzo che se n’è fatto.
Spero di aver soddisfatto le vostre curiosità in merito, per
eventuali altri chiarimenti non esitate a domandare.
Un saluto cortese.
D.V.
"Trovare un accordo fra cose di cattivo gusto; ecco il colmo dell'eleganza."
Jean Genet
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